Nel panorama sempre più complesso del lavoro autonomo, esistono categorie che vivono momenti di fragilità economica. La gestione delle entrate, la pressione fiscale e l’assenza di tutele tipiche del lavoro dipendente rendono la quotidianità dei liberi professionisti spesso più incerta. Per questa ragione, negli ultimi anni, si è cercato di introdurre strumenti di protezione economica, destinati a chi lavora in proprio.
Tra le misure più rilevanti, una delle novità più significative è arrivata con la Legge di Bilancio 2024, che ha trasformato una misura sperimentale in una forma di sostegno stabile. Stiamo parlando del bonus ISCRO, inizialmente pensato solo per il triennio 2021-2023 e oggi diventato strutturale. Un cambiamento importante che riconosce la necessità di aiutare concretamente chi, pur lavorando in proprio, si trova in difficoltà.
Un passo avanti nel welfare per le partite IVA
Il nuovo assetto dell’ISCRO si rivolge a una fetta specifica di lavoratori: quelli iscritti alla Gestione Separata dell’INPS. Si tratta spesso di professionisti, freelance e collaboratori occasionali, molti dei quali non possono contare su ammortizzatori sociali tradizionali. L’obiettivo di questo strumento è offrire un aiuto temporaneo, ma concreto, a chi subisce un calo improvviso del reddito.
Il bonus si inserisce in un contesto economico in continua evoluzione, in cui molti lavoratori si trovano a dover reinventare il proprio ruolo sul mercato. Avere una rete di protezione può rappresentare una svolta decisiva per affrontare momenti di transizione senza perdere dignità né autonomia.
Se vuoi sapere chi ha diritto al bonus ISCRO, quali requisiti deve rispettare, quanto si può ricevere e come fare domanda, vai nella seconda pagina.