Ogni anno, quando arriva il momento di pagare le imposte locali, la Tari è tra quelle che suscitano più perplessità. Si tratta della tassa comunale sui rifiuti, ed è obbligatoria per chiunque occupi o detenga un immobile.
A prescindere dal numero effettivo di sacchetti prodotti, è sufficiente abitare un appartamento o utilizzare un locale per essere chiamati a versare questa imposta. Eppure non tutti conoscono bene le sue regole, né sanno che in alcuni casi è possibile ridurre o persino azzerare l’importo.
La Tari finanzia il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ogni Comune applica tariffe diverse, ma il principio è sempre lo stesso: pagano tutti coloro che occupano fisicamente un immobile o, se disabitato, chi ne detiene la proprietà. Non è quindi il numero di rifiuti realmente prodotti a determinare l’imposta, ma il solo fatto di vivere o usare quell’ambiente.
Non tutti però sono tenuti a versare la stessa cifra. La Tari viene calcolata sulla base di vari criteri: superficie dell’immobile, numero di occupanti, uso dell’edificio (abitazione, negozio, ufficio, ecc.). Spesso, famiglie con un reddito basso o persone sole si trovano a pagare cifre importanti, nonostante producano meno rifiuti. Da qui nascono le richieste di aiuto, di chiarimenti e anche le proteste.
Molti italiani si chiedono se sia possibile pagare meno o non pagare affatto questa tassa. E la risposta è sì, ma solo in presenza di determinati requisiti.
Nella seconda pagina vedremo nel dettaglio quali sono le condizioni per accedere alle esenzioni e ai bonus Tari.