giovedì - 1 Maggio - 2025

Dal prossimo mese arrivano 1.250€ di arretrati e aumenti in busta paga fino a 120€: ecco chi ne beneficerà

Il nuovo contratto per le forze armate, valido per il triennio 2022-2024, introduce importanti aumenti salariali per tutto il personale militare. Si tratta di incrementi che variano in base al ruolo e alla funzione svolta. L’aumento minimo mensile sarà di circa 100 euro, ma in alcune situazioni potrà arrivare anche a 120 euro.

Questi incrementi non avranno solo effetto immediato. Incideranno anche sul calcolo della pensione futura, poiché la retribuzione lorda costituisce una base determinante per la formazione del montante contributivo. Più guadagni oggi, più alto sarà l’assegno pensionistico domani.

Il contratto prevede anche il pagamento di arretrati, che riguarderanno l’intero 2024 e parte del 2025. In totale, ogni militare riceverà circa 1.250 euro in più, a titolo di compenso una tantum. L’importo sarà calcolato considerando anche quanto già ricevuto in passato, come l’indennità di vacanza contrattuale.

Tra le figure che riceveranno gli aumenti più significativi ci sono gli equipaggi di volo, gli sperimentatori e chi partecipa a missioni in ambienti ostili. Per loro è prevista anche una indennità speciale, che in alcuni casi può arrivare fino al 155% dello stipendio base. Importanti riconoscimenti anche per gli operatori subacquei, che percepiranno una indennità di rischio per le attività svolte in condizioni particolarmente delicate.

A beneficiarne saranno anche gli specialisti del comparto cyber, ovvero coloro che si occupano di sicurezza informatica. In un’epoca in cui la difesa digitale è diventata prioritaria, questi ruoli acquisiscono un valore sempre maggiore.

Nonostante gli aumenti, i sindacati mantengono una posizione prudente. Secondo alcune sigle, infatti, i miglioramenti economici non compensano del tutto le perdite legate all’inflazione. Solo nel 2023, l’aumento del costo della vita ha raggiunto il 17%.

Il nuovo contratto è quindi un primo passo. Importante, ma non definitivo. Serve ancora molto per garantire equità retributiva e pieno riconoscimento del merito all’interno delle nostre forze armate.

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