Il terribile annuncio nel lunedì di Pasquetta: Papa Francesco è scomparso, quando sembrava che le sue condizioni di salute fossero in ripresa e il Pontefice era tornato anche a farsi vedere in pubblico. Ma come ha vissuto le sue ultime ore Bergoglio, e cosa lo ha portato alla crisi improvvisa che ha portato al decesso?
Come spiega il quotidiano Il Messaggero, l’esposizione all’aria (e la stanchezza accumulata) durante questi ultimi giorni sono sicuramente stati fatali. Quando era stato dimesso dal Gemelli, i medici gli avevano raccomandato di evitare contatti con la gente e di evitare sforzi. Ma fino all’ultimo, il Papa ha voluto salutare la folla, incontrare i fedeli, stare tra la gente. La crisi fatale è arrivata nella notte e il cuore non ha retto.
Lo pneumologo: «Il cuore era andato in sofferenza»
«Nei giorni scorsi abbiamo visto il Papa con i naselli per l’ossigeno, rientrava – come abbiamo sempre detto – tra i pazienti con una insufficienza respiratoria che è una condizione seria.
Poi la differenza la fa la salute del cuore, ma con bassi valori di ossigenazione il cuore può andare in sofferenza e si muore per un arresto cardiaco che è la conseguenza di una crisi respiratoria acuta, spiega invece all’Adnkronos Salute Claudio Micheletto, direttore Uoc Pneumologia presso l’Azienda ospedaliera universitaria integrate di Verona e presidente dell’Associazione pneumologi ospedalieri.
Il Papa ha dimostrato grande resistenza fisica, «i pazienti con Bpco hanno una mortalità post ospedalizzazione del 20% – ricorda Micheletto – si muore per un arresto cardiaco che avviene quando è compromessa la respirazione e l’ossigenazione» una crisi che il Papa aveva superato durante il suo ricovero al Gemelli.