Una nuova indagine della Procura di Pavia ha riportato sotto i riflettori uno dei casi di cronaca più controversi degli ultimi decenni. L’inchiesta, riaperta dopo anni, ruota attorno a una serie di elementi raccolti dagli investigatori e a misteriosi messaggi scambiati tramite WhatsApp. Tra questi, una frase in particolare ha catturato l’attenzione: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi», inviata da una giovane donna a un amico.
Questo messaggio, insieme ad altri 280 contenuti conservati agli atti, fa parte del nuovo materiale a disposizione degli inquirenti. I dettagli sono stati resi noti dal settimanale Giallo, che ha svelato anche alcune immagini e post pubblicati sui social da persone vicine alla vicenda.
Una foto e una storia che fanno discutere
Tra le prove analizzate, c’è una fotografia che mostra un paio di calze a quadretti con, al centro, una curiosa impronta a pallini. L’immagine, pubblicata nel 2013 con la dedica «Buon compleanno sorellina», richiama una traccia trovata sulla scena del delitto. Gli investigatori stanno esaminando anche altri dettagli, come una storia Instagram in cui compare un vasetto di yogurt, elemento che potrebbe ricollegarsi a un indizio trovato sul luogo dell’omicidio.
Intercettazioni e tensioni familiari
Emergono anche intercettazioni telefoniche in cui una giovane donna si sfoga con la nonna, lamentando il disagio causato dalla presenza di alcuni familiari della vittima nella casa temporaneamente sequestrata. Tutti questi indizi, seppur frammentari, alimentano dubbi e interrogativi che hanno spinto la magistratura a riaprire il caso.
Se vuoi sapere chi è la vittima di questo misterioso e drammatico caso e tutti gli sviluppi legati alla nuova inchiesta, vai nella seconda pagina.