lunedì - 7 Ottobre - 2024

Michelle Causo poteva essere salvata: “Non è morta subito, tremava. Ho aspettato che non respirasse più”

Nuovi dettagli raccapriccianti emergono dall’omicidio di Michelle Causo, la cui morte ha scosso l’intera comunità. L’assassino, un aspirante rapper 17enne di nome O. di Primavalle, avrebbe assistito impassibile alla morte della vittima, per poi iniziare a ponderare su come disfarsi del corpo.

Queste informazioni sono state rivelate nel corso di un estenuante interrogatorio di quattro ore a cui è stato sottoposto il giovane.

Minuti di agonia e l’insensibilità dell’assassino

“Non è morta subito, tremava tutta. Aveva le convulsioni”

, ha rivelato il 17enne ai pubblici ministeri, come riportato dal Messaggero. Quando gli è stata posta la domanda su perché non avesse aiutato la vittima, l’assassino ha risposto freddamente: “Sapevo che mi avrebbero arrestato, ormai era tardi. Ho aspettato che morisse per poi disfarmi del corpo”.

Le gravanti accuse all’assassino e l’orrendo oltraggio al cadavere

All’adolescente arrestato sono state mosse accuse anche di occultamento e vilipendio del cadavere. Il ragazzo, attualmente detenuto nel carcere di Casal del Marmo, è accusato di aver ucciso la minore con almeno sei coltellate, alcune delle quali al collo, all’addome e alla schiena. L’autopsia ha rivelato che Michelle ha tentato disperatamente di difendersi durante l’aggressione.

Nessun segno di rimorso e il movente all’origine del delitto

Nessun segno di rimorso è emerso dal comportamento del giovane assassino, se non una frase ripetuta più volte: “Ho fatto una ca…ta”. Secondo il ragazzo, nato a Roma da genitori di origini dello Sri Lanka, tutto sarebbe nato da una minaccia di Michelle Causo. “Dammi 20 euro per il fumo, altrimenti dico a tua madre che ti fai le canne”, avrebbe detto la vittima prima di essere uccisa con un coltello a serramanico usato per tagliare l’hashish.

Il racconto dell’interrogatorio e la terribile fase successiva all’omicidio

“Le dovevo pagare qualche canna, non avevo i soldi e lei si è infuriata. Ho visto il coltello e l’ho usato. Ma io non volevo ucciderla”, ha raccontato il ragazzo durante l’interrogatorio.

Le fasi successive sono orrende. Il ragazzo esce di casa, prende un carrello da un mini market vicino al suo appartamento. Ritorna nell’abitazione, infila a fatica il corpo di Michelle in una grossa busta nera e poi lo trasporta nel carrello vicino a un cassonetto, a diverse centinaia di metri da casa. Per questo, il ragazzo è ora anche accusato di vilipendio di cadavere, avendo oltraggiato il corpo e trattandolo come un rifiuto. “Un pezzo di maiale”, è come il giovane ha descritto il corpo senza vita di Michelle alla polizia giunta sul luogo.

I dubbi sul movente e l’analisi dei cellulari

I dubbi sul movente persistono. Le forze dell’ordine hanno avviato l’analisi dei cellulari, per cui il ragazzo ha fornito il codice pin ai poliziotti. Queste indagini potrebbero svelare ulteriori dettagli sulla dinamica dell’omicidio e sul rapporto tra l’assassino e la vittima.

Il clamore mediatico e il bisogno di giustizia

L’omicidio di Michelle Causo ha sollevato un forte clamore mediatico, ma anche la necessità di una rapida giustizia. La comunità rimane in attesa di ulteriori sviluppi sul caso, nella speranza che la luce sia fatta sull’atroce omicidio della giovane donna. Le azioni del sospettato durante e dopo il delitto continuano a scioccare e a sollevare questioni urgenti sulla violenza tra i giovani.

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