sabato - 27 Luglio - 2024

Cambiano le regole per i cani in condominio: si rischia una multa salatissima

Convivere con un cane in un condominio può spesso portare a situazioni di tensione tra i condomini. Che siate proprietari di un cane e accusati di sporcare le aree comuni, o dall’altra parte e disturbati dalla presenza dei cani nel condominio, le controversie possono facilmente scoppiare.

Non ci schieriamo in questa situazione, riconoscendo che ci sono spesso circostanze limite che richiedono una comprensione equilibrata. Il nostro obiettivo qui è di approfondire alcune leggi recenti che riguardano la convivenza di cani e condomini e offrire un’analisi critica per prevenire possibili fraintendimenti.

Cani in condominio: tensioni, leggi e novità

La vita di un cane in un condominio è sicuramente diversa da quella in una casa indipendente o un villino, a causa delle leggi specifiche che la regolano. La Riforma del Condominio, Legge 220 del 2012, ha significativamente cambiato le norme di convivenza. La prima cosa da sapere è che non si può più impedire ai condomini di tenere un animale domestico nel proprio appartamento, come stabilito dall’articolo 1138 del codice civile. Questa decisione, fortemente sostenuta dal Ministro Brambilla, afferma che non è possibile inibire una scelta personale relativa alla proprietà di un animale domestico, che diventa un membro della nostra famiglia.

Ulteriori norme sugli animali in condominio

Nonostante non sia possibile vietare ai condomini di possedere un cane o un altro animale domestico, è importante sottolineare che gli spazi comuni devono essere rispettati. Esistono regolamenti specifici in questo senso. In alcune circostanze, la mancanza di igiene può portare all’allontanamento o al ritiro dell’animale domestico. Tali situazioni devono essere documentate dalla ASL o da veterinari privati.

Un vuoto normativo?

Un’area di incertezza nella legislazione riguarda la definizione di “animale domestico“. Se non ci sono dubbi per cani e gatti, la questione si complica quando si tratta di altri animali, come conigli, serpenti e cincillà, o addirittura animali esotici. In questi ultimi casi, il condominio può opporsi a un condomino che intende tenere tali animali. Questo rappresenta un vuoto normativo, poiché non esiste un elenco definitivo di animali considerati accettabili o tollerati. Il buonsenso e la consapevolezza che il possesso di alcuni animali costituisce reato dovrebbero guidare le decisioni dei condomini.

Quando può essere vietato un animale a un condomino?

Anche se un condominio non può vietare a un condomino di possedere un animale domestico, esiste una situazione in cui questa proibizione è possibile. Nel caso di un contratto di locazione, il proprietario può vietare al conduttore di tenere animali, a condizione che questa clausola sia inclusa nel contratto di affitto e controfirmata da entrambe le parti.

Particolari del vivere condominiale

Un aspetto importante da considerare riguarda le aree comuni del condominio. Poiché non può essere vietato il possesso di un animale, il proprietario ha anche il diritto di farlo circolare nelle aree comuni, come ascensore e giardino, a condizione che rispetti le regole di sicurezza e incolumità. Per i cani, ad esempio, è obbligatorio l’uso del guinzaglio e, in alcuni casi previsti dalla legge, della museruola.

Le decisioni dell’assemblea condominiale che limitano la libertà dell’animale nell’uso delle aree comuni sono considerate nulle, a meno che non siano incluse nell’ordine del giorno. La semplice dicitura “varie ed eventuali” non è sufficiente per discutere questioni così specifiche.

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