martedì - 12 Novembre - 2024

Come giustificare i versamenti in contanti sul proprio conto corrente

Come giustificare i versamenti

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L’Agenzia delle Entrate potrebbe richiederti di giustificare i versamenti in contanti. Ciò avviene perché i soldi in contanti non sono tracciati dall’Agenzia delle Entrate, il che suscita sospetti. Al contrario, i salari dei dipendenti sono tassati e tracciati, come l’IRPEF.

Indipendentemente dal fatto che tu sia un dipendente con busta paga o un libero professionista obbligato alla fatturazione, lo Stato richiede il pagamento di una serie di tasse solo sul reddito dichiarato. Per questo motivo, l’Agenzia delle Entrate effettua verifiche sui versamenti in contanti, presumendo che possano provenire da redditi non dichiarati.

In caso di mancata giustificazione adeguata, il fisco potrebbe decidere di tassare i versamenti in contanti, anche se non sono collegati ad attività lavorative.

Le possibili conseguenze dell’accertamento sui versamenti in contanti

Come giustificare i versamenti

È importante capire quando il fisco può essere insospettito dal tuo versamento in contanti sul conto corrente. I controlli non sono automatici, ma vengono effettuati solo in caso di redditi sproporzionati rispetto al versamento. I disoccupati senza reddito hanno un rischio maggiore di essere controllati.

Lo Stato permette di prelevare liberamente dal conto corrente senza dover giustificare i prelievi. Inoltre, è ammesso un risparmio superiore alle spese sostenute, e quindi un versamento in contanti. In questo caso, non ci sono controlli previsti. Ad esempio, se il tuo stipendio netto è di 1.000 euro e prelevi 500 per le spese, potresti depositare 100 tramite versamento in contante.

Tuttavia, se versi 3.000 euro quando il tuo stipendio netto è di soli 1.000 euro, il fisco potrebbe sospettare che tu abbia percepito un reddito aggiuntivo non dichiarato. Il versamento non sarebbe proporzionato al tuo reddito e potrebbe indurre l’Agenzia delle Entrate a verificare se hai incassato denaro nero.

Come giustificare i versamenti in contanti

I versamenti in contanti possono avere diverse origini legittime, come ad esempio un regalo da parte di un parente o un amico per un’occasione speciale, come un compleanno o una laurea. In alternativa, potrebbero derivare da una vincita o da un rimborso spese che ti sono stati corrisposti dai tuoi genitori in quanto in passato hai loro prestato dei soldi.

Tuttavia, è fondamentale poter fornire una prova scritta dell’origine di questi soldi. Se non riesci a fornire spiegazioni adeguate, infatti, i versamenti in contanti potrebbero essere considerati come evasione fiscale e tassati.

Nelle cause tributarie, le testimonianze orali non sono considerate valide. Se dovessero esserci accertamenti, la persona che ti ha regalato i soldi in contanti non potrebbe testimoniare verbalmente a tuo favore. Pertanto, l’unica prova accettabile è quella scritta, che attesti la data del passaggio di denaro.

Ecco cosa puoi fare:

  • preferire assegni o bonifici al posto di denaro liquido per conservane traccia: sarà più facile giustificare gli importi ricevuti;
  • prevedi scritture private tra te e il tuo benefattore.

Utilizzo delle scritture private come metodo per giustificare gli importi in contanti

Il regalo di denaro in contanti costituisce una forma di donazione e come tale va documentato per iscritto, con la specifica di una data certa. Tuttavia, la data non può essere stabilita unicamente dall’individuo che riceve la donazione ma deve essere certificata tramite timbro postale o mediante l’invio di una PEC.

È possibile utilizzare anche il fax o il telegramma, ma è sufficiente una semplice lettera inviata per posta, che non dovrà essere aperta per non invalidare la prova, poiché la data di spedizione sarà riportata sulla busta. La scrittura privata dovrà contenere i dati delle persone coinvolte e l’importo preciso donato. Se si tratta di una donazione volontaria, non è necessario specificare il motivo.

Cosa succede se non riesci a motivare adeguatamente il versamento in contanti

Sei tenuto a conservare tutte le prove scritte per sette anni dalla data del versamento. È importante anche sapere che, nel caso in cui tu non sia in grado di giustificare per iscritto i versamenti in contanti o l’Agenzia delle Entrate non reputi soddisfacenti le tue prove scritte, la conseguenza è la tassazione degli importi versati. In entrambi i casi, non ci saranno conseguenze penali, ma solo tributarie: dovrai pagare tasse e sanzioni.

Tuttavia, è importante sapere che l’Agenzia delle Entrate può ritenere valide le tue motivazioni scritte e interrompere gli accertamenti. La durata dei controlli dell’Agenzia delle Entrate è di sette anni e quindi è necessario conservare le prove per questo periodo di tempo.

Fonte: La legge per tutti

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