sabato - 27 Luglio - 2024

Influenza, 375mila casi in 7 giorni: ecco i tre sintomi a cui prestare attenzione

Nel corso degli anni passati, abbiamo dovuto affrontare il Covid-19, un virus che ha stretto il mondo nella morsa della pandemia. Ora, è considerato un virus endemico meno pericoloso, paragonabile a un raffreddore. Nonostante ciò, le autorità sanitarie continuano a invitare alla prudenza, dato che in un mondo globalizzato il pericolo è sempre imminente.

Con l’arrivo dell’autunno, l’influenza sta ritornando a colpire gli italiani. L’abbassamento delle temperature indebolisce le difese immunitarie, rendendo l’organismo vulnerabile a infezioni e malattie. Già centinaia di migliaia di italiani stanno affrontando un’influenza stagionale particolarmente aggressiva quest’anno.

Quest’anno, l’influenza non sta risparmiando nessuno. Anche il cantante Luciano Ligabue ha dovuto annullare concerti a Roma e Eboli a causa di una brutta sindrome influenzale.

Per riconoscere la nuova influenza stagionale, si dovrebbero monitorare almeno 3 sintomi importanti. In caso di comparsa di questi sintomi, è consigliato consultare il proprio medico curante. Si sta registrando un crescente numero di persone costrette a letto con febbre alta, un dato che inizia ad allarmare.

Recentemente, Fabrizio Pregliasco, noto virologo, ha esaminato la situazione in Italia. I numeri sono preoccupanti, e occorre prestare attenzione a sintomi specifici. Secondo i dati dell’Iss, ci sono stati circa 375mila casi di sindrome simil-influenzale nelle ultime settimane, per un totale di circa 1.264.000 casi dall’inizio della sorveglianza a ottobre. Questi numeri evidenziano l’ampiezza dell’attuale stagione influenzale.

In un’intervista con Adnkronos, Pregliasco ha espresso preoccupazione per la stagione influenzale, sottolineando i sintomi principali: “Direi che ci sono tutti presupporti per una stagione influenzale che non va sottovalutata. Sono tre i sintomi con cui si riconosce negli adulti: inizio brusco e con febbre a 38 o oltre; il naso chiuso o che gocciola e almeno un sintomo sistemico come dolori muscolari o articolari. E’ chiaro – precisa – che possono esserci delle sfumature e delle variazioni perché in una stagione invernale possono circolare centinaia di virus respiratori, dal rinovirus che è quello che porta il raffreddore al virus sinciziale che si manifesta nei bambini piccoli”.

Pregliasco ha anche evidenziato la bassa percentuale di vaccinazioni antinfluenzali, circa il 50% della popolazione, insufficiente per proteggere le persone più fragili e gli anziani.

Matteo Bassetti, direttore del San Martino di Genova e altro esperto di virologia, ha rilevato alcune criticità legate alla scarsa vaccinazione: “Con anche difficoltà di fare diagnosi differenziali rispetto al Covid, mentre una copertura alta delle vaccinazioni ci avrebbe permesso di fare meglio la le diagnosi. Vedere – rincara l’esperto – che la copertura per l’antinfluenzale è ferma da anni al 50% fa molto male. Infine, trovarci di nuovo per l’ennesimo anno ancora qui al 20 novembre con un’influenza che impazza, con purtroppo una fetta consistente della popolazione più fragile non coperta, è un peccato”.

Per quanto riguarda i sintomi, Bassetti menziona febbre alta (anche a 39-40 gradi), problemi alle vie respiratorie con tosse e calo di voce, e tracheite. In presenza di questi sintomi, è consigliato contattare il proprio medico curante.

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