sabato - 7 Dicembre - 2024

Le incredibili parole dell’avvocato di Filippo Turetta: “Era un ragazzo d’oro, per Giulia…”

Incredulità e sgomento

hanno pervaso il padre di Filippo Turetta, il 22enne sospettato di aver ucciso Giulia Cecchettin e di averne nascosto il corpo. “Il papà era incredulo e attonito, e in qualche modo anch’io l’ho sentito un po’ sollevato dal fatto che il figlio sia stato trovato vivo,” ha riferito Emanuele Compagno, l’avvocato di Turetta, ai microfoni di Fanpage.it. Nonostante un certo sollievo, i genitori sono rimasti profondamente turbati per l’accaduto.

Filippo Turetta è stato arrestato dalla polizia tedesca dopo che la sua auto è stata rinvenuta ferma in autostrada vicino a Lipsia, in Bassa Sassonia. Si prevede che il presunto assassino verrà trasferito in Italia entro due giorni per essere interrogato dagli investigatori italiani.

L’avvocato Compagno ha spiegato che i genitori di Turetta “non avevano notato nulla di strano e di particolare” nel figlio, se non “che pensava ancora alla ragazza”. Tuttavia, “non aveva mai dato nessun segno di violenza, nessun segno di aggressività verso gli altri. È sempre stato un ragazzo d’oro, un ragazzo buono. Tutti lo descrivono, anche gli amici, come un ragazzo gentile con tutti, che non aveva mai litigato con nessuno. Era un ragazzo come tanti”. Per questo la notizia del suo arresto, e soprattutto del suo presunto coinvolgimento con la morte di Giulia Cecchettin, ha profondamente scosso la famiglia.

La relazione tra Filippo e Giulia è stata descritta come una normale storia d’amore tra ventenni, con alti e bassi. Dopo una pausa, i due erano tornati a vedersi, seppur come amici. I genitori di Filippo non avevano notato segnali preoccupanti: il ragazzo sembrava affezionato a Giulia e mostrava sempre gesti dolci nei suoi confronti.

Con la conclusione delle procedure in Germania, Turetta verrà trasferito in Italia e, presumibilmente, sottoposto a custodia cautelare in attesa di giudizio. Sarà il processo a stabilire la dinamica esatta dell’omicidio di Giulia Cecchettin.

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