sabato - 27 Luglio - 2024

Neonato abbandonato a Taranto, ora la madre vuole riconoscerlo: “Non voleva perdere il lavoro da badante”

Una donna di 24 anni, che aveva precedentemente lasciato il suo neonato vicino ai cassonetti della raccolta differenziata in via Pisanelli, a Taranto, ha espresso il desiderio di riconoscere il bambino. Il piccolo, a cui il personale dell’Unità di terapia intensiva neonatale ha dato il nome Lorenzo, si trova sotto la loro cura. La giovane madre è stata interrogata questa mattina in ospedale, dove è attualmente ricoverata nel reparto di ginecologia. La Procura minorile, che ha intervistato la donna, ha spiegato che, nonostante il suo desiderio di riconoscere il figlio, la decisione finale sull’affidamento del bimbo richiederà ulteriori valutazioni.

Nella tragica sequenza di eventi, si è appreso che la donna aveva dato alla luce il bambino il pomeriggio di venerdì 11 in un bagno, tagliando da sola il cordone ombelicale e scartando la placenta come rifiuto. Il giorno dopo, aveva posto il piccolo Lorenzo in una borsa rigida della spesa, avvolto in una coperta e accompagnato da un peluche, prima di abbandonarlo vicino ai cassonetti e allontanarsi dalla scena.

Trovato da una donna col cane

Il neonato è stato fortunatamente scoperto da una passante che stava portando a passeggio i suoi cani. Il pianto del bambino l’ha attirata verso di lui. Dopo aver trovato il piccolo, è stata chiamata un’ambulanza del 118 per trasportarlo all’ospedale.

In seguito, grazie alle riprese delle telecamere di videosorveglianza, la polizia ha identificato e rintracciato la giovane madre, di origine georgiana. Anche lei è attualmente ricoverata in ospedale a causa delle complicazioni post-parto, avendo rischiato un’emorragia.

Non voleva perdere il lavoro

Rappresentata legalmente dall’avvocato Francesco Zinzi, la 24enne è indagata per abbandono di minore aggravato. Si prevede che presenterà formalmente la richiesta di riconoscimento della maternità entro i prossimi giorni, sicuramente prima della scadenza dei 10 giorni stabiliti dalla legge. La Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Taranto avrà l’ultima parola sulla decisione. Gli investigatori ritengono che la motivazione alla base del tragico gesto della donna, che ha un altro figlio di 4 anni rimasto nel suo Paese d’origine, sia stata la paura di perdere il suo impiego come badante.

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