sabato - 27 Luglio - 2024

Brutta avventura al mare per un deputato: perquisiti sotto l’ombrellone (vietato portare alimenti)

L’arrivo dell’estate evoca il desiderio di concedersi momenti di assoluto relax, preferibilmente su una spiaggia. Tuttavia, anche una semplice giornata al mare può pesare sul nostro portafoglio, con costi che vanno dall’ingresso in uno stabilimento balneare, all’acquisto di cibo e bevande.

Questa necessità di sfuggire al caldo e alla monotonia quotidiana per trovare un po’ di sollievo da stress e ansia, può portare molti a cercare gli stabilimenti balneari più economici, rinunciando magari a qualche comodità. Un metodo efficace per contenere i costi potrebbe essere quello di portare il proprio cibo, magari sotto forma di un pranzo al sacco.

Una domanda frequente è: è possibile introdurre borse frigo in spiaggia? In base a quanto stabilito dal Codice Civile, i gestori degli stabilimenti balneari non dovrebbero poter impedire ai visitatori di portare cibo e bevande da casa. Tuttavia, possono esserci degli ostacoli.

Una testimonianza in questo senso è stata fornita da un cittadino che ha segnalato al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, un incidente che gli è capitato di recente. L’uomo ha raccontato di essere stato perquisito, insieme alla sua famiglia, prima di entrare in uno stabilimento balneare in Campania.

Ha descritto un’esperienza in cui ha pagato “50 euro per un ombrellone con una sedia e 10 euro di parcheggio”, solo per trovarsi a fronteggiare una sorpresa sgradita al momento del pranzo. Aveva preparato un semplice panino con la bresaola, ma un addetto dello stabilimento gli ha detto che non poteva consumarlo sotto l’ombrellone.

L’uomo ha raccontato di essere andato in un lido, di cui non ha fatto il nome, dove ha pagato “50 euro per un ombrellone con una sedia e 10 euro di parcheggio”. All’ora di pranzo ecco la spiacevole sorpresa. “Abbiamo sfoggiato il nostro umile panino con la bresaola. È arrivato l’addetto e ci ha detto che il panino sotto l’ombrellone non potevamo mangiarlo… Ma perché non affiggi qualcosa all’ingresso e magari io potrei decidere anche di non entrare? Invece no. Fai pagare 50 euro e 10 euro di parcheggio e una volta che siamo sotto all’ombrellone vieni con l’inganno a dircelo”.

Il cittadino ha prima rimarcato che tale divieto dovrebbe essere reso noto all’ingresso dello stabilimento e poi ha rilanciato con parole dure: “Cialtroni per quanto mi riguarda perché ad una famiglia umile quanto viene a costare una giornata? Se già ti ho dato 60 euro poi ce ne vogliono altri 60/70 per mangiare perché dobbiamo usufruire comunque dei vostri servizi”. “Ci viene a costare 120/130 euro al giorno – ha concluso – ed è normale che un operaio non può andare più nemmeno in spiaggia. Certo, c’è la spiaggia libera ma io voglio riuscire ad andare in quella privata, pagarti l’ingresso e mangiare il mio panino perché stiamo parlando comunque di Varcaturo, Licola, Castelvolturno, non siamo a Sharm”.

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