lunedì - 7 Ottobre - 2024

L’intelligenza artificiale fa paura: creato un nuovo antibiotico in 2 ore

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L’impiego dell’intelligenza artificiale (IA) in medicina sta dimostrando un grande potenziale, come evidenziato da una ricerca condotta dal MIT di Cambridge, l’Università di Harvard e l’Università McMaster in Canada. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Chemical Biology, rivelano non solo la scoperta di una molecola efficace contro un “superbatterio”, ma anche un approccio innovativo per tale scoperta.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica

Nel corso degli ultimi anni, lo sviluppo di nuovi antibiotici è avanzato lentamente, mentre la resistenza batterica, ovvero la capacità di alcuni batteri di sottrarsi alle terapie esistenti, è drasticamente aumentata. Tuttavia, l’utilizzo di reti neurali artificiali, modelli di apprendimento automatico, permette di analizzare migliaia di molecole e raggiungere obiettivi che fino a poco tempo fa sembravano irrealizzabili. Gli autori dello studio hanno sfruttato l’IA per esaminare circa 7.000 molecole e valutare la loro efficacia contro l’Acinetobacter baumannii, un batterio Gram-negativo con resistenza quasi totale (circa il 90%) a alcuni degli antibiotici più potenti disponibili, come i fluorochinoloni, gli aminoglicosidi e i carbapenemi.

Un nuovo antibiotico scoperto grazie all’Intelligenza Artificiale

L’Acinetobacter baumannii ha la capacità di acquisire frammenti di DNA dal suo ambiente o da altri organismi, incrementando così la sua resistenza. La sua capacità di sopravvivenza prolungata sulle superfici lo rende un pericolo significativo negli ospedali, poiché un paziente con sistema immunitario compromesso che viene infettato da questo batterio può sviluppare un’infezione incontrollabile per il suo sistema immunitario, e per la quale non esistono terapie efficaci. I ricercatori americani e canadesi hanno sfruttato un vasto database di molecole, il “drug repurposing hub”, per identificare un possibile nuovo agente: l’abaucina, un composto con attività specificamente diretta contro A. baumannii.

La scoperta di nuovi antibiotici richiede tradizionalmente molto tempo e risorse, ma l’impiego dell’IA ha permesso di velocizzare notevolmente il processo. Le reti neurali artificiali possono analizzare enormi quantità di dati e individuare modelli e correlazioni che potrebbero sfuggire alla percezione umana. Nonostante i risultati promettenti, è importante sottolineare che l’abaucina è ancora in fase di studio e necessiterà di ulteriori ricerche e sperimentazioni prima di poter essere utilizzata clinicamente. La scoperta evidenzia il potenziale dell’IA nell’accelerare la ricerca di nuovi farmaci e nel risolvere le sfide poste dalla resistenza agli antibiotici.

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