sabato - 27 Luglio - 2024

Morbo di Parkinson: alcuni segnali arrivano dal sonno, ecco a cosa bisogna fare attenzione

Il Morbo di Parkinson, un disturbo neurologico che interessa approssimativamente 6 milioni di individui a livello mondiale, è caratterizzato da sintomi distinti e identificabili. I principali tra questi sono tremori e movimenti convulsi, che influenzano significativamente la stabilità e l’equilibrio. Inizialmente modesti, questi sintomi tendono a intensificarsi progressivamente, limitando con il tempo la capacità dell’individuo di muoversi e comunicare efficacemente. Inoltre, la malattia può causare notevoli cambiamenti nella personalità e nella qualità del sonno, con un costante rischio di sviluppare depressione.

Sintomi Premonitori Variabili

I segni iniziali del Morbo di Parkinson possono variare ampiamente da persona a persona. Uno dei primi indicatori può essere una notevole diminuzione dell’espressività facciale. Altri sintomi includono l’assenza di oscillazione delle braccia durante la camminata e la difficoltà nel mantenere un discorso coerente. Tuttavia, alcuni dei segnali più rivelatori si manifestano durante il sonno.

Morbo di Parkinson: Indicatori Emergenti nel Sonno

Un’indagine condotta dall’Università di Genova ha scoperto che un sonno eccessivamente agitato e teso in individui oltre i 70 anni potrebbe anticipare lo sviluppo del Morbo di Parkinson, con una probabilità di insorgenza della malattia entro due anni dall’apparizione di tali sintomi. Questo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Brain, ha messo in evidenza che per “sonno agitato” si intendono movimenti bruschi e improvvisi di gambe e braccia, accompagnati da urla e comportamenti insoliti, specialmente durante la fase REM del sonno.

Questo disturbo è classificato come disturbo del comportamento del sonno REM (Rbd), che, secondo gli esperti, può incrementare il rischio di sviluppare il Parkinson fino a sei volte. Di conseguenza, la presenza di questi sintomi notturni spesso porta all’implementazione di terapie preventive neuroprotettive per ridurre il rischio di insorgenza della malattia.

Secondo il coordinatore dello studio, Dario Arnaldi, i bruschi movimenti notturni sono direttamente collegati ai sogni intensamente vividi dell’individuo. Questi movimenti riflettono un malfunzionamento in specifiche aree cerebrali. Questa scoperta si rivela di enorme importanza poiché potrebbe permettere la diagnosi precoce del Morbo di Parkinson, ben prima della manifestazione dei sintomi più evidenti, offrendo così la possibilità di interventi medici tempestivi e più efficaci nel prevenire l’aggravarsi della malattia.

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